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CALUNNIA - REATO ISTANTANEO - FALSE ACCUSA - RIPETIZIONE - ACCERTAMENTO DEL DOLO (art. 368 c.p.)
Tribunale Ordinario di Milano in composizione collegiale, IV sezione penale, sent. del 28 giugno 2000 (dep. 26 set. 2000),Pres. Carfì, Est. Consolandi. Art. 368 c.p.
La calunnia è reato istantaneo che si perfeziona nel momento in cui la notitia criminis falsa viene comunicata alla PG o alla autorità giudiziaria o ad altro organo che a questa abbia obbligo di riferire e ciò perché si tratta di reato posto a tutela del buon funzionamento del meccanismo giudiziario, affinché questo non venga ad operare su presupposti falsamente costruiti a fini strumentali; corollario di questa tesi è che le successive dichiarazioni dell'autore o di terzi che, che riportino o approfondiscano o circostanzino lo stesso fatto calunnioso non possono costituire il reato di contestato perché il reato è già stato consumato con la prima volta del fatto falso.
La ripetizione della medesima falsa notitia criminis non costituisce nuova calunnia da porsi in continuazione con la prima; influisce però, certamente sulla intensità del dolo e la gravità del fatto.
Le dichiarazioni circa il fatto calunnioso fatte da persone diverse dall'originario autore delle stesse, possono essere indizio di un accordo circa la commissione del reato, ma di per sé sole non ne costituiscono la prova: ai fini della sussistenza del concorso deve sussistere un accordo dei partecipi, precedente alla commissione del reato, perché questo è di natura istantanea e un contributo causale, anche consistente solo nell'assicurare un rafforzamento della tesi falsa mediante il concordare successive deposizioni a conferma della calunnia.
Non commette il reato di calunnia la psicologa che dopo aver colto alcuni elementi di disturbo presenti in due fratellini di 7 e 8 anni è stata portata ad attribuire la causa alla madre non solo dalle insistenze del padre dei minori, ma anche dal poco tempo a disposizione, oltre che dalle stesse parole dei bimbi, che possono a loro volta essere stati influenzati da persone che avevano deciso di usare tutti i mezzi a loro possibili, leciti o meno che fossero, per dipingere la mamma dei minori quale genitore indegno e abusante.
Pro Guglielmo Gulotta